La proposta di “legge sulla sicurezza globale”, proposta dalla Camera bassa del parlamento francese e presentata dal partito del presidente Emmanuel Macron, nell’articolo 24 introduce un nuovo reato che punisce con sanzioni che variano da 45mila euro di multa fino ad un anno di carcere chiunque diffonda immagini in grado di “danneggiare l’integrità fisica e morale” degli agenti di polizia. In poche parole, chiunque, giornalisti compresi, diffondano immagini su abusi e pestaggi degli agenti di polizia nei confronti dei cittadini può essere censurato e arrestato. Tra le altre cose, il disegno di legge stabilisce le regole per l’uso di droni della polizia, restringe la vendita di fuochi d’artificio usati spesso dai manifestanti durante le proteste e dà maggiori poteri agli agenti della polizia locale.
Il 27 novembre un video eloquente che non lascia spazio a dubbi ha ripreso 4 poliziotti in un pestaggio brutale nei confronti del produttore discografico di colore Michel Zecler (sottolineiamo quest’aspetto poiché la polizia francese è infatti per lo più bianca e da tempo è accusata di essere sempre più violenta, soprattutto con i neri o altri membri di minoranze).
Zecler, era uscito dal suo studio senza mascherina. Dopo aver incrociato una volante, è rientrato per evitare una multa: è stato raggiunto all’interno dello studio poi pestato brutalmente e insultato con epiteti razzisti da 4 agenti. Ovviamente le indignazioni di rito da parte di Macron si sono concretizzate per il momento con l’annuncio del fermo e della sospensione dei 4 poliziotti.
Il giorno seguente, Sabato 28, oltre 130.000 persone sono scese in piazza a Parigi per protestare sia contro la brutalità poliziesca sia contro la legge sulla sicurezza nazionale testé citata. Il mix delle due questioni è risultato devastante. Il grosso della manifestazione si è recato presso la Bastiglia, ma altre manifestazioni si sono svolte in 70 città.
Scontri con la polizia e tafferugli sono avvenuti perciò non solo nella capitale: negli scontri avvenuti in diverse città francesi sono rimasti feriti 37 agenti di polizia, secondo fonti governative, al momento però il bilancio è ancora provvisorio.
Il governo francese ha subito annunciato una modifica alla legge sulla sicurezza globale (pensata come legge antiterrorismo) e dall’opposizione si chiede addirittura il ritiro dell’intero testo (almeno stando alle ultime dichiarazioni di Hollande). La rettifica del governo, promessa per il momento a chiacchiere è dovuta anche alla pressione dei giornalisti e dalle dichiarazioni dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani: “Temiamo che questa legge possa portare a violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali“.
Chi pensava che la brutalità della polizia fosse un fenomeno tipicamente statunitense o che si riducesse ad alcune “mele marce” sta, man mano, prendendo coscienza come il clima repressivo (amplificato e utilizzato strumentalmente anche per via del lockdown imposto dall’emergenza sanitaria) che si respira un po’ in tutto il mondo sta progressivamente raggiungendo limiti intollerabili persino dal comune cittadino. Un sistema, che ha necessità di aumentare il controllo su larghe fasce di popolazione in preda ad un tracollo economico senza precedenti, lascia spazio ad un senso di impunità prontamente utilizzato dagli apparati preposti all’ordine pubblico, in questo caso spalleggiati da una legge che prevede il passaggio da uno scudo penale ufficioso ma efficace ad una impunità totale sancita per decreto.
Secondo il collettivo “Stop global security law”, composto da sindacati di giornalisti, ONG e associazioni per i diritti umani, dal 2018 al 2020, in Francia sono stati feriti 2.495 manifestanti. 24 di questi hanno perso un occhio e 5 una mano a causa delle granate. La risposta delle masse indignate di fronte all’inequivocabilità delle immagine ed ai molteplici episodi di violenza poliziesca non si è fatta attendere e a quanto sembra la lotta non finisce qui.
Pubblichiamo qui alcuni testi tratti dal sito web dell’organo della Federazione Anarchica Francofona, Le Monde Libertaire, che complessivamente danno un’immagine generale di ciò che è accaduto nei primi giorni della rivolta popolare contro la “Legge di Sicurezza Globale”.
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Oltre l’articolo 24
Le mobilitazioni contro la “legge sulla sicurezza globale” stanno acquistando slancio e possiamo solo rallegrarci. Tuttavia concentrarsi solo sul più noto articolo 24, che tende a rendere più difficile la diffusione di immagini di abusi da parte della polizia, non basta. È l’intera legge che deve essere abrogata! Essa consente di avallare mezzi inizialmente “eccezionali” per renderli moneta corrente. Come altre leggi, questa cerca di rendere lo “stato di eccezione” una “eccezione permanente”.
Offrendo mezzi di coercizione ancora più tecnici e tecnologici, la “legge sulla sicurezza globale” facilita soprattutto la strada verso uno Stato sempre più repressivo, dove gli abitanti sono considerati esseri irresponsabili che devono essere controllati senza alcun limite. Un rapporto parlamentare del 2010 ha già annunciato le “soluzioni innovative” che la polizia deve adottare: “mini-droni di osservazione, videosorveglianza intelligente, controllo di Internet, riconoscimento facciale, nuove tecnologie biometriche…”.
Questa legge offre nuovi poteri alla polizia municipale, aumentando le possibilità di arresti e multe. Permette la creazione di una polizia municipale a Parigi. Rafforza ulteriormente il peso delle società di sicurezza private, privatizzando ulteriormente alcune azioni di polizia. Offre la possibilità di utilizzare i droni a discapito della privacy.
Questa legge consente l’uso di immagini riprese dal vivo dalla polizia, in particolare durante le manifestazioni, e di utilizzare il riconoscimento facciale per il confronto con gli otto milioni di “persone sotto sorveglianza” la cui foto appare nel database del Trattamento degli Antecedenti Giudiziari (TAJ), criminalizzando qualsiasi movimento sociale.
Questa legge elimina la possibilità di ridurre la pena se il reato è commesso contro funzionari eletti, soldati o funzionari delle forze dell’ordine. È la creazione di fatto di “cittadini al di sopra degli altri cittadini”. Agenti di polizia e gendarmi sono autorizzati a portare le loro armi in qualsiasi luogo, anche al di fuori dell’orario di lavoro! Questa è una licenza permanente di uccidere!
A riprova di una militarizzazione dello spazio pubblico, questa legge consente ai soldati dell’operazione “Sentinel” di poter sparare a vista per “porre fine ad una azione criminale”, vale a dire le stesse disposizioni già in uso per la polizia. Casi recenti e passati di crimini commessi dalle forze dell’ordine dimostrano che già adesso usano ed abusano del diritto di sparare. Eccoli ora supportati dai militari.
È lo spirito nauseabondo di questa legge che occorre combattere. È l’intero clima securitario e poliziesco che si sta mettendo in campo che occorre abbattere. Contro questa legge, contro lo Stato!
Commissione di Relazioni Esterne della Federazione Anarchica (Francofona)
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Impressioni della prima manifestazione
Qualunque cosa dicano i media, desiderosi di trovare un piccolo incendio da qualche parte, la manifestazione di Parigi di oggi mi è sembrata forse la più amichevole da molto tempo. Il numero dei manifestanti è stato impressionante, 46.000 secondo la polizia, non lontano dal doppio nella realtà. Dalle 17, i manifestanti hanno lasciato Place de la Bastille (via rue Amelot tra gli altri) per far posto a coloro che ancora accorrevano alla Bastille attraverso boulevard Beaumarchais. Nonostante un percorso così breve, i manifestanti hanno marciato per un totale di quattro ore, riempiendo tutti i viali tra République e Bastille, la stessa Place de la Bastille e molte strade adiacenti.
La presenza della polizia era importante ma più discreta del solito. Alcuni plotoni si sono allineati lungo i negozi sul fianco nord del viale ma i numerosi autobus erano parcheggiati a distanza ed anche i plotoni hanno evitato di essere visibili dalla manifestazione. Questo perché tutti sanno benissimo che la sola presenza della polizia provoca violenze ed il contesto politico era poco favorevole. La scelta strategica del Prefetto, invece, comprendeva come di consueto gli idranti ed una trentina di motociclisti detti “BRAV-M” [Brigate di Repressione delle Azioni Violente Motorizzate – NdT]. Il percorso, così come Place de la Bastille, non erano però completamente aperti, lasciando a disposizione poche uscite (circa una ogni tre arterie).
Nella manifestazione la gioia di potersi rivedere all’aria aperta ha nettamente dominato la rabbia suscitata dalla violenza della polizia. Penso che più della metà della manifestazione era composto da persone molto giovani, dinamiche e sorridenti, una bella gioventù molto amichevole e sono riuscito a trovare diverse persone, che a volte non vedevo da quasi un anno. Ovunque le persone erano inclini al dialogo, ai giochi di parole, agli ammiccamenti, alla liberazione dello spirito.
Ciò che mi è sembrato ugualmente notevole è stata anche la bassissima percentuale di striscioni “istituzionali” (sindacati, partiti, associazioni). Anche se le solite sigle univano i loro membri e simpatizzanti, un’altissima percentuale di manifestanti era presente visibilmente senza affiliazione. Troviamo la stessa cosa nel gran numero di cartelli personali, spesso messi insieme frettolosamente ma con buoni slogan. Tutti vogliono esprimersi personalmente (un’abitudine forse favorita dall’espressione su Internet?).
Lo slogan “tutti detestano la polizia” è ormai ampiamente accettato e questo era inevitabile visti i recenti abusi della polizia. Ora che Alexandre Langlois [poliziotto che si è licenziato in quanto contrario all’involuzione sempre più autoritaria della stessa – NdT] ha chiesto una pausa contrattuale per lasciare la polizia (e sperando che la ottenga, per la prima volta nella storia di questa sinistra istituzione), ciò potrebbe causare molte partenze poiché in queste condizioni, l’ex poliziotto ha diritto al TFR ed all’indennità di disoccupazione!
Urbain Bizot
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Oltre Parigi. Echi non esaustivi delle manifestazioni contro la legge “Sicurezza Globale”
Ciao, la manifestazione ad Amiens è andata bene: circa 300 persone – UCL, CGT, SUD, gilet gialli, sindacati universitari, CNT, FA… La manifestazione che all’inizio era solo un comizio presso la casa della cultura è riuscita finalmente a sfilare. (Gruppo Nomade di Patoch)
A Cherbourg le cose stanno sfuggendo di mano… Non essendoci stata nessuna manifestazione organizzata nella Manche [territorio francese di fronte alla Gran Bretagna, NdT] contro questa legge, la CNT ha deciso di avviare una mobilitazione. Le altre organizzazioni però, sentendosi sopraffatte, hanno preferito organizzare un’altra dimostrazione lo stesso giorno, ad un’ora di distanza. Abbiamo quindi avuto una superba manifestazione libertaria, cui si sono uniti l’MNL, l’UL SUD-Solidaires ed altri sostenitori, iscritti o meno. (Alex, Gruppo della Manche)
A Valence alcune migliaia di persone, quindi niente male, ed una notevole presenza libertaria. [Fabrice, Gruppo Boockchin]
A Strasburgo, una manifestazione di 3000 persone, con slogan molto anti-statali almeno nelle prime fila. Molti giovani. Ho notato uno slogan che non avevo mai sentito prima in città, semplicemente “Libertà!”, che è abbastanza indicativo della situazione attuale. La manifestazione si è conclusa davanti alla stazione di polizia centrale della città situata a poche centinaia di metri dal luogo ufficiale di scioglimento, con lancio di gas ed accerchiamento da parte della polizia. Va notato che circa quindici fanatici hooligans di destra hanno attaccato la manifestazione lungo la strada all’altezza di uno striscione di Azione Antifascista a Strasburgo. Il corteo, in particolare gli attivisti antifascisti, sono stati in grado di farcela nonostante il fatto che i fascisti facessero più affidamento sull’addestramento più fisico che intellettuale e chiaramente avessero una gran voglia di menare le mani. Un po’ di faccia a faccia e la loro fuga in una strada adiacente verso un cordone di poliziotti che hanno sparato gas lacrimogeni in quel momento, come se volessero coprire la loro fuga o male informati credessero ad una carica dei manifestanti. Nessun arresto che io sappia e sicuramente niente di grave per i pochi colpi ricevuti dalla nostra parte, i fascisti devono averne ricevuto un po’ di più durante la loro fuga. [Laurent di Strasbourg]
Rennes: 5.000 persone motivate, molti giovani, molte donne, poliziotti relativamente discreti durante la manifestazione (non ho assistito al dopo manifestazione, che sembra essere stato più caldo). [François, Gruppo La Sociale, Rennes]
Saint-Quentin nell’Aisne: circa 500 persone. Noi del Gruppo Kropotkin eravamo lì con le bandiere e Le monde Libertaire. Davanti alla sottoprefettura, discorsi rabbiosi… FO che cita Louise Michel, la CGT, i gilet gialli. La polizia non potrebbe essere più discreta… e un bel sole. [Dominique, Gruppo Kropotkine 02]
Aubenas: Presidio fatto da 4 a 500 persone. Molti giovani. Molti discorsi. Il presidio era organizzato da CGT, CNT e Libre Pensée. [Bernard, Aubenas Group]
500 a Niort dove ero e 2000 a Poitiers. Sono stato felice per il solo fatto di poter essere in quella dimostrazione. Polizia discreta. [Cyrille G.]
La manifestazione di Nîmes ieri ha riunito quasi 2.000 persone. L’iniziativa era del Ldh [Lega Francese dei Diritti Umani, NdT]. A parte una bandiera, non c’era presenza libertaria. Tutte le organizzazioni però avevano una presenza discreta, era più una questione di mobilitazione “cittadina”. Poliziotti in costume da parata ma discreti, parte del presidio è partita in manifestazione ma nessun disordine, il problema secondo me è che questa manifestazione non era animata da collettivi con l’ambizione di porre fine a questa legge [con l’azione diretta, NdT]. Il grosso si affida quindi alla buona volontà dei parlamentari… [Daniel, Nimes]
Le Monde Libertaire
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Place de la République, martedì sera
Sì, bella e triste, qualcuno risponde: quale devastante follia ha preso possesso di questo mondo? I poliziotti ribaltano le tende con le persone che ci dormono, le ribaltano a testa in giù, dicono loro “non parlatemi” tirandole fuori dai sacchi a pelo, addormentate, loro che già corrono da destra a sinistra ogni notte e sorprendono chi ha creduto, ingannato dalle associazioni umanitarie, di essere protetto almeno una volta… Li spingono in giro, li randellano, li guidano come giovani vitelli, li sgambettano, strappano loro orpelli, fogli, telefono, anche soldi… Stanno picchiando tutti, con manganelli e percosse, giornalisti compresi. Una legge è in preparazione e forse si sentono coperti i robot-poliziotti? Tutti vergognosamente ubriachi, malmenano. La sinistra è in subbuglio, i giornalisti rompono per una volta il silenzio, hanno paura, come i migranti. Il giogo fascista si avvicina. La Francia si sveglia indignata ed il giorno dopo i parigini corrono a radunarsi in piazza per gridare la loro indignazione.
Dalle 18 siamo tutti lì, al calar della notte, vicino alla statua della Repubblica, che artisticamente si illumina di rosso, viola o azzurro. È molto bohémien e parliamo. Tanti giovani, alcuni deputati che se ne vanno velocemente una volta notata la loro presenza. Saliamo sulla statua e ci sono striscioni con slogan molto carini. Siamo mascherati. Passa una donna: “ma togliti queste maschere, per l’amor di Dio! Reclami la libertà e indossi la museruola! Osa, che diavolo!” Alcuni giubbotti gialli arrabbiati tornano da Place Herriot dove fischiano le lussuose auto ufficiali che si sono precipitate in Assemblea per votare per l’articolo 24. Libertà, libertà! cantano, mostrando i pugni. Alcuni sono un po’ eccitati. Li guardiamo indifferenti. Nel luogo dove tante volte sono piovuti i gas lacrimogeni o quelli di sfollamento, dove gli agenti di polizia ci hanno insultato e insultato, non succede niente. Nessuna persona famosa all’orizzonte.
Dio, è finito il confinamento? Macron se ne è andato? È nata la sesta repubblica? Dato che il tempo è mite ed il magnifico scenario, possiamo conversare in pace, perché siamo bianchi, nutriti, vestiti e certamente ben istruiti, dove ieri gli afgani in fuga dalla guerra, gli eritrei, i somali, venivano cacciati via a calci.
Dormite brave persone! Il ministro ha trovato scioccanti i video dei poliziotti in divisa, contatterà l’IGPN, il prefetto di polizia sarà al sicuro; stasera andare in discoteca con queste brave persone aggiungerebbe benzina sul fuoco, daremo loro una pausa. Quando poi una o due persone arrabbiate vogliono andare a una manifestazione selvaggia, qualche giubbotto giallo arrabbiato, no, non vengono gasati perché la Francia guarda, avanziamo e si ritirano, il più cortesemente possibile – dopo di voi, signori, per favore: sei bianco nella notte oscura, ti vediamo bene, non sei affatto la stessa cosa… [delle persone di colore, migranti, ecc. NdT]
Ah, brava gente, svegliati! Domani la repressione arriverà anche a te, domani non sarai più bianco ma nemico del regime, fazione, una folla odiosa: tutto può cambiare in un giorno. Svegliati! I tuoi buoni sentimenti non sono niente! Devi combattere, uscire dai tuoi piccoli bozzoli, guardare cosa si sta preparando per te! Non sei nero, ma lo diverrai.
Anne, gilet gialla di Saint-Ouen
(Traduzione di Enrico Voccia)