Search

Perchè mi manca Umanità Nova

Perchè mi manca Umanità Nova

Il settimanale anarchico Umanità Nova – che l’anno prossimo compirà cent’anni e già da adesso è il più antico giornale della sinistra in generale – in questo periodo non esce: composto da una redazione di militanti volontari, è costretto a prendersi una pausa estiva. Nel frattempo continuano ad operare centinaia di quotidiani, settimanali, radio e telegiornali, siti web, alcuni anche più o meno sedicenti di sinistra – poi arriva una di quelle notizie che ti fanno capire la differenza e te ne fanno immediatamente sentire la mancanza.

La notizia come ci viene raccontata dalle centinaia di fonti di cui sopra: un simpatico signore, tal Sergio Brugiatelli, che fa di mestiere il pusher, cerca di rifilare cocaina falsa (aspirina polverizzata) a due altrettanti simpatici giovinotti statunitensi di buona famiglia, studenti in una costosa università americana con sedi in Italia e residenti in un albergo di lusso della capitale. Questi mangiano la foglia e derubano il Sergio Brugiatelli della sua merce e dello smartphone. Contattati da questo, i due gli propongono un “cavallo di ritorno”: un grammo di cocaina ed i cento euro che hanno sborsato per l’aspirina polverizzata e gli ridaranno il resto. Il pusher, allora, da bravo cittadino, chiede l’aiuto dei carabinieri per recuperare la refurtiva, aiuto che gli viene prontamente concesso nella figura di due membri dell’arma in borghese. I due giovinotti di buona famiglia reagiscono violentemente al tentativo di arresto ed uno di essi, mentre uno dei due carabinieri tenta di ammanettare l’amico, accoltella a morte l’altro carabiniere. L’altro lascia allora andare il giovinotto che stava ammanettando e tenta di soccorrere l’amico carabiniere, mentre i due del fallito cavallo di ritorno si danno alla fuga. Immediatamente inizia la caccia all’uomo… sbagliato. Si, perché nella concitazione del momento invece di indicare un paio di esili ragazzotti biondastri si lancia la caccia a due energumeni di colore (le fonti ce ne indicano anche la nazionalità maghrebina, d’altronde oramai pare che sia stato lo stesso carabiniere sopravvissuto a prendere l’“abbagglio”). Di qui le esternazioni razziste dell’ineffabile Salvini, della altrettanto ineffabile Meloni e di tutto il resto che potete immaginare, che danno il via ad altrettanto squallidi commenti sui social media. Alla fine, però, ovviamente senza che nessuno o quasi si scusi per le sparate razziste di poche ore prima, grazie alle telecamere vengono individuate i due giovanotti yankee e questi confessano.

Per 24 ore abbondanti le centinaia di fonti di cui sopra hanno ripetuto senza commenti la paradossale sequenza di eventi appena raccontata, senza che nessuno facesse nemmeno alla lontana il mestiere di giornalista e non quello di passacarte, mostrando una creduloneria che rasenta l’idiozia. Solo dopo che i social media sono stati invasi da una enorme serie di post a dir poco scettici sull’accaduto, in queste ore (scrivo alle 22.30 ca del 27 luglio) una manciata di testate (a dir la verità ne ho notato solo una, ma voglio essere generoso) cominciano, molto timidamente, a mostrare qualche dubbio sulla versione ufficiale dei fatti che hanno raccontato fino a poche ore prima.

Un giornalista degno di questo nome, di fronte alla velina che gli era arrivata, come minimo avrebbe dovuto chiedersi: ma uno spacciatore derubato della sua merce si rivolge alle forze dell’ordine per aver restituito il “maltolto”? Ammesso che lo faccia, è normale che queste, invece di arrestarlo, lo aiutino nel recupero della refurtiva e dei contatti telefonici per proseguire il suo mestiere, presentandosi in due soli elementi alle tre di notte? È normale che due persone armate, una delle quali non ferita e libera nei movimenti, aggredite con intenzioni omicide effettive non si difendano con le armi in possesso? Dopo che si è scoperta l’effettiva fisionomia occidentale dei due aggressori, come si giustifica il depistaggio “maghrebino” supportato da svariati siti e pagine di social media legati alle forze dell’ordine che addirittura hanno pubblicato foto di pusher arrestati in operazioni precedenti più o meno passabili per maghrebini ma comunque del tutto estranei alla faccenda?

Mi fermo qui per amor di patria, come si sarebbe detto un tempo. Mi auguro vivamente che i due giovincelli arrivino sani e salvi al processo: sono davvero curioso di cosa potrebbe venire raccontato in quella sede. Nel frattempo ho capito perché mi manca Umanità Nova.

Enrico Voccia

Articoli correlati