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Solidarietà con Afrin sotto attacco

Solidarietà con Afrin sotto attacco

In tutta italia si susseguono manifestazioni e azioni di vario tipo per dimostrare solidarietà alla popolazione di Afrin sotto attacco e per supportare la rivoluzione in Rojava. Qui sotto il report di quella di Trieste. La redazione web
 
A Trieste si è scesi di nuovo in strada per dimostrare la nostra solidarietà alla popolazione di Afrin sotto attacco da parte dell’esercito turco con l’aiuto delle bande islamiste. Dopo il presidio del 26 gennaio scorso, ad attacco appena iniziato, non si poteva rimanere a guardare di fronte all’accerchiamento della città e al numero sempre più alto di morti. L’iniziativa come sempre è stata lanciata dal Coordinamento Kurdistan, la sigla unitaria che ormai da tempo viene usata dal movimento di solidarietà per iniziative come queste. Si partiti da piazza Cavana con degli interventi al microfono per poi proseguire con un breve corteo fino alla centralissima piazza Unità dove si trova il consolato onorario turco. Di fronte ad un ingente spiegamenti di forze del disordine si è dato vita ad una performance: al suono di una sirena e dei rumori dei bombardamenti una decina di compagni e compagne si è accasciata per terra mentre venivano accesi numerosi fumogeni e altre due compagne tracciavano sul terreno le
sagome dei morti. Il tutto sotto il continuo rumore delle sirene. Dopo qualche minuto una compagna ha letto l’appello alla resistenza lanciato dal movimento delle donne curde per l’8 marzo e a questo punto uno dopo l’altro i morti si sono alzati, tirandosi su l’uno con l’altra. Grande l’interesse e l’attenzione dei numerosi passanti durante l’azione teatrale tanto che tutti i volantini sono finiti in pochi minuti. Poi l’iniziativa (alla quale hanno partecipato ben oltre cento persone) è continuata con slogan e interventi al microfono che hanno ricordato anche il ruolo complice dell’Italia in particolare con la vendita di materiale bellico alla Turchia.

 
Occorre continuare con le iniziative per cercare di rompere il silenzio assordante dei media.
Un solidale
Qui un video.


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