Sono passati 16 anni dalla rivolta che scosse la Cabilia, la regione algerina abitata da popolazioni di lingua e cultura berbera.
La rivolta scattata nel Rif marocchino da maggio, che qualcuno ha paragonato a quella del 2011 in Tunisia, pare invece l’eco di quella algerina di inizio secolo.
Il Rif è la regione più povera e ribelle del regno del Marocco. All’inizio del secolo scorso Abd-el-Krim al Chattaabi, guidò una rivolta berbera, che tenne in scacco per anni le due Francia e Spagna.
Regione montuosa del nord del paese, è una delle parti più povere del regno di Mohammed VI, dove la rivolta cova sotto le ceneri.
La scintilla della rivolta è stata la morte di un venditore abusivo di pesce, stritolato intenzionalmente nel camion dell’immondizia nel quale era stato gettata la merce che gli era stata sequestrata. L’uomo aveva sfidato le autorità a macinarlo con il pesce ed è stato accontentato.
Le immagini di questa morte crudele e ingiusta hanno innescato una rivolta che dura.
I rivoltosi non hanno un progetto politico e sociale di vasto respiro. Le lotte si dipanano intorno ad alcuni obiettivi precisi: lavoro, centri culturali, scuole, fine della corruzione e della disoccupazione.
Obiettivi che rendono simile questa rivolta del Rif alla lotta dei berberi della Cabilia che, abbandonate aspirazioni stataliste, diedero vita a percorsi di autonomia e federalismo.
L’info di radio Blackout ne ha parlato con Karim Metref, un torinese di origine cabila.
Ascolta la diretta
tratto da anarres
Articoli correlati
-
Alfredo Cospito: peggiorano le condizioni. Sospendere subito il 41 bis
È questo il responso del dottore Angelica Milia, medico... -
Sindacalismo di base. Esperienze e prospettive.
Intervista alla rappresentanza Usi-Cit nel coordinamento dei sindacati di... -
La chiesa cattolica a fianco del militarismo. “Avvenire” e missioni internazionali.
In questi ultimi anni e soprattutto dall’inizio del conflitto... -
Novità editoriale: “Le origini dell’anarchismo in Italia”
È in distribuzione il nuovo testo edito da Zero...