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Brasile: Bolsonaro contro i vaccini e la comunità LGBTQI+

Brasile: Bolsonaro contro i vaccini e la comunità LGBTQI+

Il 21 Ottobre, il presidente brasiliano Bolsonaro in una diretta video su facebook, ha letto i risultati di un presunto rapporto ufficiale del governo britannico in cui affermava: “coloro che sono vaccinati contro il Covid stanno sviluppando la sindrome da immunodeficienza acquisita [AIDS]”
La falsa notizia letta da Bolsonaro era stata pubblicata in precedenza sul sito di “Coletividade Evolutiva” che, a sua volta, si rifaceva ad un presunto rapporto del ministero della Sanità inglese.
Il sito internet citato è rinomato per spacciare notizie false, fregiandosi di sostenere il giornalismo indipendente minacciato dai “giganti di Internet, i grandi media e le piattaforme tecnologiche” che silenziano “la verità sugli alimenti tossici, i medicinali pericolosi e la scienza fallace e fraudolenta fondata su un sistema medico dedicato solo al profitto.” Riguardo i vaccini, il “Coletividade Evolutiva” ha sempre ribadito che tali strumenti sono utilizzati dalle élite per ridurre la popolazione mondiale (tramite infertilità femminile o HIV come nel caso odierno).
Il video, pur essendo stato censurato, ha scatenato una serie di polemiche.
Jamal Suleiman, infettivologo presso l’Instituto de Infectologia “Emilio Ribas” di San Paolo del Brasile, ha spiegato che il vaccino non utilizza alcun frammento del virus HIV. La forma di trasmissione delle due malattie, spiega Suleiman, è completamente diversa: il Covid-19 viene trasmesso per via area, mentre l’HIV attraverso siringhe infette e rapporti sessuali).
Vinícius Borges, infettivologo specializzato nella salute delle persone LGBTQIA +, ha scritto su Twitter che “Il vaccino non causa l’AIDS. Ciò che causa l’AIDS è la disuguaglianza, il pregiudizio e lo stigma. Perpetuare miti come questo sull’HIV, impedisce alle persone di testare se stessi, curarsi e vivere bene. Vivere con l’HIV non è una sentenza di morte. Tu [riferito a Bolsonaro, ndt] che sei d’accordo con la morte”.
Il Comitato HIV/AIDS della Sociedade Brasileira de Infectologia, in una nota ufficiale riporta la seguente:
“1) Non è nota alcuna relazione tra alcun vaccino contro il Covid-19 e lo sviluppo della sindrome da immunodeficienza acquisita;
2) Le persone che vivono con l’HIV/AIDS devono essere completamente vaccinate per il Covid-19. Evidenziamo anche il rilascio della dose di richiamo (terza dose) per tutti coloro che hanno ricevuto la seconda dose per più di 28 giorni.
3) Rifiutiamo ogni notizia falsa che circoli e menzioni questa inesistente associazione.
Noi di RNP+Brasil rifiutiamo il discorso del presidente, che non fa che rafforzare lo stigma e la discriminazione contro le persone che vivono con l’HIV e l’AIDS in questo paese.”
L’accostamento tra vaccini e HIV rientra nella logica discriminante del pensiero di matrice cristiana evangelica dell’attuale establishment brasiliano (in particolare Bolsonaro, visto che egli ha fatto parte della chiesa evangelista): le persone non-eterosessuali sono viste peccatori da redimere e la sindrome immunodeficienza acquisita come un castigo di Dio contro tali soggettività (giusto per riprendere in parte una dichiarazione del fu pastore battista Jerry Falwell Sr.).
Il Brasile, nonostante nel 2019 il Tribunale Supremo condannasse l’omo-transfobia, ha uno dei tassi di violenza ed esclusione contro le persone LGBTQIA+ tra i più alti al mondo. Alcune di queste persone, non fidandosi giustamente dello Stato – rappresentato dall’attuale presidente della Repubblica e dalle sue dichiarazioni reazionarie e conservatrici trans-omofobe -, hanno imparato a proteggersi attraverso la difesa personale.
La pessima gestione pandemica governativa – di cui le parole di Bolsonaro nel video censurato da facebook sono la dimostrazione palpabile -, è stata documentata e relazionata dalla Commissione d’inchiesta parlamentare (CPI) presieduta dal senatore Omar Aziz.
La relazione redatta da questa commissione, oltre ad accusare una serie di medici, funzionari istituzionali e aziende, scrive che “il Presidente della Repubblica ha più volte incoraggiato la popolazione a non seguire la politica di distanziamento sociale, si è più volte opposto all’uso delle mascherine, ha convocato, promosso e partecipato a raduni e ha cercato di squalificare i vaccini contro il covid-19. Questa strategia, legata proprio all’idea che il contagio naturale indurrebbe l’immunità di gregge, mirava esclusivamente alla ripresa delle attività economiche”. Bolsonaro, quindi, non si è impegnato in una lotta efficace contro la pandemia di Covid-19 e, di conseguenza, “nella conservazione della vita e dell’integrità fisica di migliaia di brasiliani”.
Il documento del CPI presenta nove capi d’accusa: epidemia con risultato di morte, violazione delle misure sanitarie preventive, ciarlataneria, incitamento al crimine, falso in atto privato, impiego irregolare di fondi pubblici, illecito, crimini contro l’umanità e delitti di responsabilità (violazione dei diritti sociali e incompatibilità con dignità, onore e decoro d’ufficio).
Bolsonaro, pur avendo perso parte del supporto militare che aveva prima del Marzo 2021 (quando licenziò il ministro della difesa Azevedo e Silva) e popolare, accusa il CPI di provocare odio e rancore, rivendicando le azioni fatte dal suo governo e l’utilizzo dell’ivermectina e clorichina come farmaci anti-covid.
Alla luce di tutto questo, possiamo dire che i dati politici di tutta questa situazione sono tre: notori siti di notizie false diano assist politici a personaggi come Bolsonaro, aumentando a dismisura il divario sociale ed economico con le comunità considerate fragili ed escluse; l’attuale presidente del Brasile cerca di mischiare le carte, continuando le sue azioni criminogene e cercare un minimo di appoggio dalla classe dominante; l’azione di questa relazione del CPI potrà cambiare le attuali facce dell’establishment governativo brasiliano, mantenendo il potere della borghesia e dei militari in auge e aumentando il divario sociale ed economico.

 

Artemisia Absinthium (Doppia A)

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