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Anche Wuhan ci appariva lontana

Anche Wuhan ci appariva lontana

Un anno fa, più o meno, osservavamo un po’ tutti con un certo distacco l’evolversi di una strana malattia in una regione della Cina. Pochi di noi riflettevano sul fatto che, nell’era della globalizzazione, anche da un punto di vista epidemiologico la Cina non era affatto lontana, connessa com’era da affollatissimi e numerosi voli giornalieri con il resto del mondo, Italia compresa. Di lì a poco, quella che sembrava una situazione lontana e controllabile localmente è diventata la pandemia che conosciamo. Oggi siamo molto più accorti, eppure ancora adesso molti guardano all’enorme numero di contagi in Gran Bretagna,[1] dovuto in larghissima parte ad una variante del virus del Covid-19, più o meno con lo stesso distacco. La cosa, però, dovrebbe preoccuparci e non poco, soprattutto perché una situazione simile si sta verificando anche in Sudafrica.

Il problema non è quello di una maggiore letalità della cosiddetta “variante inglese” né il fatto che i vaccini non agiscano su di essa: da questo punto di vista non sembra ci siano problemi.[2] Il problema, invece, è la maggiore contagiosità[3] e lo stesso si può dire della “variante sudafricana” che, anche se con qualche preoccupazione in più, dovrebbe comunque essere coperta da molti dei vaccini in preparazione.[4] Che scenari può però aprire un simile stato delle cose, dato che è già tracimata fuori dai paesi in cui è stata inizialmente individuata?

La questione è complessa, in quanto le capacità previsionali della scienza in casi come questo, dove i fattori in gioco sono molti ed interagiscono tra loro in maniera talvolta caotica, non sono univoche e si può solo offrire una molteplicità di scenari possibili. Nel caso specifico, i principali fattori in gioco sono i seguenti: innanzitutto, la propagazione delle varianti fuori dai paesi in cui sono state individuate inizialmente sia in termini di quantità sia in termini di velocità; poi, la capacità del sistema sanitario di reggere l’urto del numero di contagi in aumento; infine, legato ai primi due, la capacità dei vaccini in distribuzione di rallentare il fenomeno.

Gli scenari principali ipotizzabili sono pertanto tre. Il primo, diciamo così ottimistico, vede nei processi di lockdown messi in atto la capacità di rallentare fortemente la diffusione delle varianti, in modo da permettere alla copertura vaccinale di svolgere in pieno il suo effetto protettivo, per cui i danni risulterebbero assai limitati, senza particolari difficoltà – ulteriori… – per i sistemi sanitari. Un secondo, diciamo così pessimistico, è un po’ l’inverso del precedente: le varianti si diffondono molto rapidamente nonostante i processi di contenimento e vanno ad agire prima dell’effetto protettivo delle vaccinazioni, con danni notevoli ed una saturazione fuori controllo dei sistemi sanitari – in pratica l’attuale situazione britannica “fuori controllo” che, all’atto della stesura di queste note, è in fase di ulteriore peggioramento, così come quella sudafricana.[5] Il terzo scenario ipotizzabile è in realtà una via di mezzo tra i primi due, con una diffusione rallentata e non fuori controllo, pur sempre però con sistemi sanitari fortemente saturati ed un aumento di contagi e mortalità.

Scopo di quest’articolo, però, non è quello di entrare nel dettaglio delle previsioni epidemiologiche: non ne abbiamo, tra l’altro, le competenze disciplinari necessarie per andare oltre, in maniera sensata, le poche e generiche previsioni fatte finora sui possibili scenari futuri di questa pandemia. Una cosa, però, la si può dire di sicuro fin da adesso: data la letalità di questa malattia, il problema delle varianti dei virus ci riporta direttamente allo sfascio mondiale dei sistemi sanitari.

Quarant’anni fa, come scritto e documentato ampiamente su queste stesse pagine,[6] il sistema sanitario nazionale italiano possedeva una capacità di circa mezzo milione di posti letto – per non parlare di un sistema di medicina territoriale vasto e diffuso, oggi ridotto al lumicino, una situazione universalmente ripetutasi a livello mondiale a partire, soprattutto, dai vari “accordi di libero scambio”.[7] Certo, di fronte a malattie con dei livelli di letalità e contagiosità molto superiori a quelle della pandemia attuale, non ci sarebbe sistema sanitario che tenga; nel contesto però dei livelli di contagiosità e letalità con cui facciamo i conti adesso, i sistemi sanitari del passato, frutto di decenni di lotte del movimento dei lavoratori, avrebbero retto benissimo anche di fronte allo scenario più pessimistico delineato prima, impedendo poi, tra l’altro, anche i “morti dimenticati”[8] delle malattie che non si riescono più a curare con la necessaria tempestività causa la saturazione del sistema sanitario.

Ovviamente, speriamo che lo scenario che effettivamente si andrà a verificare sia quello “ottimistico” e, in generale, che questa situazione termini al più presto e faccia meno danni possibili oltre a quelli che ha già fatto. La questione del rischio commesso alle “varianti”, però, deve essere un ulteriore elemento di stimolo per l’umanità intera a superare definitivamente il dominio dell’uomo sull’uomo di cui lo sfascio della sanità pubblica è uno dei tanti aspetti. La gerarchia politica e sociale è da sempre un problema per la dignità degli esseri umani ma, adesso, sta diventando rapidamente incompatibile potenzialmente con la stessa sopravvivenza della specie umana.

Enrico Voccia

NOTE

[1] https://www.ilmessaggero.it/t/gran-bretagna/.

[2] https://www.repubblica.it/salute/2021/01/08/news/coronavirus_pfizer_vaccino_efficace_contro_15_mutazioni_anche_una_comune_a_varianti_inglese_e_sudafricana_-281701811/.

[3] http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=91108; Vedi in particolare il documento del centro Europeo per il Controllo delle Malattie, http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=6398745.pdf.

[4] https://www.startmag.it/sanita/la-variante-covid-del-sudafrica-puo-influenzare-lefficacia-del-vaccino-report-ft/.

[5] https://www.quotidiano.net/cronaca/variante-covid-1.5836182; https://www.ilmessaggero.it/t/gran-bretagna/; https://www.fanpage.it/esteri/perche-il-sudafrica-e-il-paese-in-cui-lepidemia-di-covid-19-preoccupa-di-piu/.

[6] VOCCIA, Enrico, “Gli ‘Sprechi’ Erano le Nostre Vite”, https://www.umanitanova.org/?p=11806.

[7] VOCCIA, Enrico, “Soldi alla Sanità… ma Quale? E Perchè?”, https://www.umanitanova.org/?p=13170.

[8] VOCCIA, Enrico, “I Morti dimenticati”, https://www.umanitanova.org/?p=11996.

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