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ROMA: spezzone anarchico al corteo contro il genocidio a Gaza
Lunedì scorso, 22 settembre, oltre 80 piazze d’Italia sono esplose in una serie di manifestazioni oceaniche; a Roma oltre 100.000 persone hanno invaso le strade per dire NO al genocidio nella Striscia di Gaza e SÌ alla solidarietà internazionale. Il nostro spezzone si è espresso con chiarezza: lo striscione «Né Dio, né Stato, né Guerra — liberə tuttə in libera terra» e le bandiere nere e rossonere hanno segnato una netta presa di distanza da ogni nazionalismo e da ogni odio religioso.
Mentre le piazze si riempiono di corpi e voci che chiedono aiuto per Gaza, le istituzioni italiane nominano la loro “prudenza” e cercano vie di mediazione che servono solo a depotenziare l’indignazione popolare. Il Presidente della Repubblica e Capo delle Forze Armate, Sergio Mattarella, ha invitato la Global Sumud Flotilla ad accettare l’offerta della Chiesa per deviare gli aiuti attraverso canali ufficiali, in nome della sicurezza e della “garanzia” della consegna.
Ma se la Chiesa o il Governo italiano possono “garantire” la consegna degli aiuti, perché non li hanno già portati ad una popolazione allo stremo?
Si tratta soltanto dell’ennesimo tentativo di non disturbare un’operazione di pulizia etnica di uno stato che non è solo acquirente delle armi italiane usate per sterminare i palestinesi a Gaza, ma è anche uno dei principali fornitori di armi all’Italia, soprattutto nel settore dello spionaggio e della cybersicurezza. Ed è in nome di questa collaborazione che agenti del Mossad (il servizio segreto israeliano) erano presenti, insieme alla polizia italiana, a Parma lo scorso 21 settembre per controllare e reprimere le possibili contestazioni all’ex primo ministro israeliano Olmert.
La Global Sumud Flotilla ha invece scelto la rotta che spezza la farsa degli Stati: decine di imbarcazioni civili hanno preso il mare per rompere il blocco e consegnare aiuti a Gaza, denunciando il regime di assedio. La missione si è trovata in una “zona ad alto rischio”, ha subito attacchi ai natanti e pressioni diplomatiche, ma prosegue con volontà di rompere la logica del controllo statale sulla solidarietà.
Come gruppo anarchico supportiamo lo spirito antiautoritario, internazionale, partigiano delle popolazioni e della solidarietà diretta — quello delle piazze, di chi sale sulle barche, di chi costruisce corridoi di vita fuori dalle logiche dello Stato e del profitto. Allo stesso tempo contrastiamo e rigettiamo le posizioni reazionarie delle Istituzioni che, pur declamando umanità e sicurezza, non fanno che preservare le rotte dei commerci d’armi, gli accordi militari, e l’ordine mondiale che produce genocidi.
Rifiutiamo, senza esitazioni, tutte le Patrie e tutti gli Stati — incluso lo Stato che qualcuno vorrebbe erigere come “patria palestinese” come se la risposta fosse sostituire un confine con un altro. L’assurdità del mantra “due popoli, due Stati” è sotto gli occhi di chi vede gli Stati come apparati che riproducono sfruttamento, polizia, economia di guerra e alleanze letali. Nel mondo sono proprio gli Stati a organizzare saccheggi, a proteggere i padroni delle armi, a trasformare le religioni in strumenti di sottomissione e controllo. Gridiamo a gran voce che non vogliamo scambiare la liberazione con una nuova bandiera.
Leonardo e gli altri mercanti di morte ingrassano sulla carneficina: le catene produttive e finanziarie che forniscono armi e tecnologie militari sono parte integrante della responsabilità collettiva. Denunciamo la complicità economica e politica che rende possibile il massacro: non basta condannare, bisogna spezzare i flussi che alimentano la guerra.
La nostra posizione è chiara e non negoziabile: solidarietà internazionale concreta (inclusa la piena e attiva vicinanza alla Global Sumud Flotilla), rifiuto netto di ogni nazionalismo e di ogni religione autoritaria come giustificazione di violenza, sabotaggio delle reti che permettono le guerre e costruzione di pratiche di autogestione e liberazione comune.
La nostra battaglia è contro gli Stati, contro le Religioni e contro il Capitale che utilizzano la guerra per accumulare capitale e disciplinare i corpi.
Per questo saremo di nuovo in piazza sabato 4 ottobre 2025, ore 14:00, partenza Piazzale Ostiense, con il nostro striscione. Chiunque si riconosca nell’internazionalismo e nell’antiautoritarismo è chiamatə a unirsi al nostro spezzone. Non lasciamo la solidarietà nelle mani dei potenti; costruiamola noi, dal basso, senza padroni né mediatori.
Né Dio, né Stato, né Guerra. Liberə tuttə in libera terra.
Gruppo Anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma & Lazio