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Roma: razza partigiana
23 Settembre 2022 @ 20:00 - 23:00
La Resistenza romana durante l’occupazione tedesca della città durò formalmente nove lunghi mesi, cioè viene inserita in quel periodo che va dall’8 settembre 1943 (dalla mancata difesa da parte del Regio Esercito e la seguente battaglia di Porta San Paolo, del 10 settembre) al 4 giugno 1944 (giorno dell’occupazione alleata). La lotta partigiana, ovviamente, era attiva da molto prima e i resistenti sono sorti spontaneamente da ogni ceto sociale. Una delle caratteristiche fu sicuramente la partecipazione attiva non solo nelle forze legate al Comitato di Liberazione Nazionale ma anche, e forse soprattutto, di un arcipelago di organizzazioni che hanno contribuito, sia politicamente che militarmente, a contrastare l’occupazione tedesca e il rigurgito fascista: si organizzavano, cospiravano, sfidavano rastrellamenti e coprifuoco, reagivano all’orrore dei massacri, affrontavano l’occupante senza paura delle rappresaglie e delle torture, combattevano e morivano da eroi. Persino l’assassino Herbert Kappler pronunciò un involontario e stupito elogio ai partigiani romani: «Non aprono bocca, vanno a morire senza aver detto nulla».
Su tutto il territorio romano la sete di sangue dei nazi-fascisti era insaziabile: tra le mura dei Forti, alle cave (come quelle Ardeatine) e persino sui bordi delle strade (come sulla Cassia) si susseguivano fucilazioni; a via Tasso, a Regina Coeli, alla Pensione Jaccarino, furono ammassate e torturate persone di ogni estrazione sociale e politica, alcune tutt’ora dimenticate o ricordate con nomi errati o ad altre organizzazioni, come avvenuto per gli anarchici fucilati a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine.
In questo quadro di generose passioni, di slanci spontanei, di sofferenze sopportate con orgoglio, di lotte consapevoli, di scioperi temerari, di ritrovato entusiasmo per una libertà dura da conquistare vogliamo ricordare, a 99 anni dalla sua nascita, Giorgio Marincola, il partigiano di origine somala del Partito d’Azione di via Salaria (a Roma) che fu protagonista anche nella lotta armata clandestina romana; fu uno tra gli ultimi internati del campo di via Resia (lager di Bolzano) e venne ucciso a Stramentizzo nell’ultima strage nazista.
Marincola è un partigiano emblematico che racchiude in se una serie di riflessioni aperte, sia sul senso della resistenza reale, concreta, ai sovranismi autoritari, sinonimo di violenza e di morte come quello delle dittature fasciste, sia, in quanto discriminato dal colore della pelle, anche sui mondi di oggi, legati alla nuova immigrazione, alla diversità, alle difficoltà dell’integrazione. Insomma, Marincola come figura in grado di raccogliere e specchiare tutte le contraddizioni delle istituzioni autoritarie di ieri di oggi.
Su tutto il territorio romano la sete di sangue dei nazi-fascisti era insaziabile: tra le mura dei Forti, alle cave (come quelle Ardeatine) e persino sui bordi delle strade (come sulla Cassia) si susseguivano fucilazioni; a via Tasso, a Regina Coeli, alla Pensione Jaccarino, furono ammassate e torturate persone di ogni estrazione sociale e politica, alcune tutt’ora dimenticate o ricordate con nomi errati o ad altre organizzazioni, come avvenuto per gli anarchici fucilati a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine.
In questo quadro di generose passioni, di slanci spontanei, di sofferenze sopportate con orgoglio, di lotte consapevoli, di scioperi temerari, di ritrovato entusiasmo per una libertà dura da conquistare vogliamo ricordare, a 99 anni dalla sua nascita, Giorgio Marincola, il partigiano di origine somala del Partito d’Azione di via Salaria (a Roma) che fu protagonista anche nella lotta armata clandestina romana; fu uno tra gli ultimi internati del campo di via Resia (lager di Bolzano) e venne ucciso a Stramentizzo nell’ultima strage nazista.
Marincola è un partigiano emblematico che racchiude in se una serie di riflessioni aperte, sia sul senso della resistenza reale, concreta, ai sovranismi autoritari, sinonimo di violenza e di morte come quello delle dittature fasciste, sia, in quanto discriminato dal colore della pelle, anche sui mondi di oggi, legati alla nuova immigrazione, alla diversità, alle difficoltà dell’integrazione. Insomma, Marincola come figura in grado di raccogliere e specchiare tutte le contraddizioni delle istituzioni autoritarie di ieri di oggi.
Con lui, il 23 settembre 2022,
nella nostra sede storica di via Vettor Fausto 3 frequentata da partigiani, a Garbatella (Roma),
insieme al prof. Antar Marincola, nipote di Giorgio, e al dott. Lorenzo Teodonio, autore di diversi libri sulla lotta partigiana
dalle ore 20
vogliamo ricordare anche Mario Fiorentini, uno degli ultimi gappisti recentemente scomparso e tutt* compà che hanno lottato per la libertà e l’emancipazione sociale.
nella nostra sede storica di via Vettor Fausto 3 frequentata da partigiani, a Garbatella (Roma),
insieme al prof. Antar Marincola, nipote di Giorgio, e al dott. Lorenzo Teodonio, autore di diversi libri sulla lotta partigiana
dalle ore 20
vogliamo ricordare anche Mario Fiorentini, uno degli ultimi gappisti recentemente scomparso e tutt* compà che hanno lottato per la libertà e l’emancipazione sociale.
Gruppo Anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma&Lazio
gruppobakunin@federazioneanarchica.org
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