ROMA: Difendere il Rojava
Febbraio 15 @ 15:00 - 20:00
Dal mese di ottobre sono riprese le trattative interrotte nel 2015 con l’obiettivo di un accordo di pace. I protagonisti principali sono Abdullah Ocalan, imprigionato in isolamento da 23 anni nell’isola di Imrali, e il governo di Ankara. Tale trattativa implicherebbe di fatto la libertà per Ocalan e gli altri prigionieri ed è appoggiata anche dal DEM Partito Democratico dei popoli, terzo partito nel parlamento in Turchia.
Intanto però, nello stesso mese, con la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria da parte del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) , l’Esercito Nazionale Siriano (SNA) ha attaccato le città di Shebah, Tal Rifat, Sherawa e Manbij e la Turchia ha intensificato la guerra contro il nord e l’est della Siria, provocando l’esodo di gran parte della popolazione di Manbij e Sheba. Chi è rimasto ha subito ogni genere di atrocità.
In una dichiarazione del 20 dicembre 2024 infatti il Consiglio delle donne ha affermato che la caduta del regime di Assad è positivo ma i crimini a Idlib, Afrin, Jarablus, al-Bab, Serekani e Gire Spi, le uccisioni, i rapimenti e la privazione dei diritti fondamentali sono continuate da parte dei gruppi armati sostenuti dalla Turchia che stanno continuando a commettere crimini contro le donne e le minoranze religiose ed etniche, in particolare cristiani, alawiti e drusi, nelle regioni costiere e meridionali.
La nuova amministrazione installata a Damasco sta collaborando con lo Stato turco dunque per la guerra totale.
Nelle regioni dell’Amministrazione Autonoma sono le SDF (Forze Democratiche Siriane) composte da giovani curdi, arabi, armeni, turcomanni, siriani e assiri che stanno proteggendo la popolazione. In pieno inverno duecentomila persone sono state sfollate e costrette a trovare riparo a est dell’Eufrate e gli è stato dato riparo in ogni luogo possibile, scuole, edifici pubblici e case.
Dopo due settimane di attacchi alla diga di Tishreen e al ponte di Qereqozak, mentre l’SNA ha tentato invano di attraversare il fiume Eufrate dalla campagna di Mambji a quella di Kobane, nel mese di dicembre le SDF hanno lanciato una controffensiva e hanno ripreso diversi villaggi. Il 4 gennaio il Centro stampa delle SDF ha dichiarato che gli attacchi terrestri e aerei dello Stato turco e le bande sue alleate contro l’est e il sud di Manbij, il nord della diga di Tishreen e al ponte di Qereqozak sono stati respinti.
Nel decimo anniversario della liberazione di Kobane dall’assedio dello Stato islamico (ISIS), da parte delle YPJ Unità di autodifesa delle donne e delle YPG Unità di autodifesa del popolo del 26 gennaio 2025, dunque la città è di nuovo sotto attacco e si teme un’imminente invasione. Così la popolazione sta continuando a mobilitarsi dall’inizio di dicembre per assistere in ogni modo. Quotidianamente sono preparati i pasti caldi in grandi calderoni per i combattenti delle SDF e delle YPJ (Unità di protezione della donna). In particolare i membri della “Comune del Martire Fîras”, che raggruppa 25 famiglie, si occupano anche della distribuzione. Inoltre in molti si stanno armando per partecipare direttamente alla resistenza.
Le HPG ( in curdo Hezen Parastina Gel) non sono un esercito statale, vengono dalle comuni e sono tutte forze volontarie e non pagate; prendono parte al Tev-dem, il Movimento delle organizzazioni che operano per l’autonomia democratica secondo i principi del confederalismo democratico teorizzato da Öcalan. Si occupano dell’autodifesa del quartiere e sono diretta espressione della comune di zona. Nascono dalle comuni, si organizzano tramite esse e le difendono.
Va ricordato che in tredici anni nel Rojava l’Amministrazione Autonoma ha saputo garantire uno spazio libero, autogestito e autodifeso senza Stato.
Gruppo Anarchico C.Cafiero FAI Roma
www.cafierofairoma.wordpress.com
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- Data:
- Febbraio 15
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Luogo
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