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REGGIO EMILIA: Presidio Antimilitarista
Giugno 7 @ 10:00 - 12:30
2 GIUGNO: BASTA CON LA FESTA DEL MILITARISMO
Lo scorso 2 giugno lo stato italiano ha, come tutti
gli anni, festeggiato sé stesso, con la solita
insalata di parate militari, corone ai militi,
discorsi patriottardi. Militarismo puro e
semplice.
Decine di conflitti devastano il mondo, con la
guerra russo-ucraina e il genocidio in Palestina
che fanno la parte del leone. Senza dimenticare
le guerre sporche in Africa a supporto delle
multinazionali occidentali, anche l’italiana ENI,
per accaparrarsi le risorse energetiche e
minerali. E senza dimenticare l’aiuto concreto
che l’Italia dà alle RSF sudanesi, gli ex
janjaweed, i “demoni a cavallo” del signore della
guerra Hemedti, colpevoli di stupri, massacri e
assassinii in Sudan.
L’industria delle armi è un enorme mostro che
divora la spesa pubblica. I soldi delle nostre
tasse, invece di diventare servizi pubblici per
migliorare le nostre vite, si trasformano in
strumenti di morte. Spesso la morte colpisce
anche qui, per i tagli alla sanità e ai servizi
sociali, per l’impoverimento di chi lavora, per
salari e pensioni letteralmente da fame. Un altro
modo con cui l’industria bellica succhia i soldi
dei lavoratori sono i fondi pensione. La tendenza,
in auge soprattutto all’estero ma in rapida
diffusione, è quella di far entrare le redditizie
azioni delle industrie belliche nei fondi,
rendendo chi li sottoscrive loro finanziatore e
complice.
I tentacoli dell’industria delle armi arrivano
anche nella nostra città. L’Università di Modena
e Reggio (UNIMORE) promuove il fondo NATO per
l’innovazione ed è partner, fra le altre, del gruppo
armiero francese THALES, della Tel Aviv
University, soprattutto attraverso il cyberlab del
campus di Modena, e della famigerata Technion,
l’università israeliana dove si sviluppano le armi
per l’esercito, le stesse armi usate per la pulizia
etnica dei civili palestinesi a Gaza e in
Cisgiordania. Queste collaborazioni durano da
anni, e non sono state fermate né sospese con i
massacri di Gaza. Ma non solo. A Reggio, nel
parco innovazione delle Reggiane, si è insediata
una società, la SLM Solutions, che si occupa di
speciali stampanti 3d utilizzabili per produrre
aerei da guerra e altre armi ad alta tecnologia,
compresi missili. E di nuovo le armi prodotte con
queste tecnologie finiscono anche all’esercito
israeliano. Quante delle vite spezzate a Gaza
devono la loro morte a tecnologie prodotte o
progettate a fianco delle nostre case?
Senza contare la guerra interna che lo stato attua
contro i suoi cittadini, con sempre nuove vette
d’impunità per i soliti noti e sempre più
repressione verso la sia pur minima lotta sociale,
come dimostra l’ennesimo decreto sicurezza.
Di fronte a tutto questo, persone con un minimo
di coscienza non possono provare che disgusto.
Di fronte a tutto questo non si può fare altro che
opporsi. Rifiutarsi di partecipare. Disertare. Non
ci sono arruolamenti in corso in Italia. Per ora,
vien da dire. Ma possiamo disertare comunque,
con le nostre coscienze, con il nostro pensiero,
con la nostra voce, con il nostro rifiuto.
Opponendoci alla propaganda militarista nelle
scuole e nella società. Rifiutando i discorsi che
alimentano paure inventate per giustificare un
abnorme aumento degli armamenti e anche
misure sempre più pesanti per limitare le libertà
di manifestazione e contestazione. Rifiutando
l’assuefazione al tema “guerra” che, attraverso i
media e i discorsi dei politici, sta rendendo la
mentalità e il linguaggio guerresco parte della
nostra quotidianità e i militari nelle strade una
cosa normale, per quel senso di insicurezza
continuamente fomentato dagli stessi politici e
dai media. Dobbiamo denunciare le
collaborazioni delle nostre università con
l’industria delle armi. Denunciare le stesse
industrie di morte che lavorano vicino a noi.
Denunciare e rifiutare i fondi pensione che
investono nell’industria bellica.
In una frase: rifiutare la guerra e il militarismo.
ASSEMBLEA ANTIMILITARISTA DI REGGIO EMILIA
LINK: volantino 7 giugno