- Questo evento è passato.
Perugia: Santa Utopia
Giugno 20 @ 14:00 - 23:30
XX giugno canteremo e brinderemo sotto quella che fu la casa di Pietro Castellini in via Ponte Vecchio a Ponte San Giovanni di Perugia alle 14,30, ora della sua morte e alle 16 Canteremo e brinderemo al Frontone, in memoria di tutti i caduti, per la libertà contro la guerra, perché come scrisse Luigi Bonazzi alla fine della sua monumentale opera sulla storia di Perugia
Perugia XX giugno 1859/1944/2024 FieraMente Anticlericali Le religioni dividono, la ragione unisce XXGiugno 2023Perugia Nella ricorrenza dei 165 anni delle tragiche giornate che videro la città di Perugia teatro di uno dei più atroci eccidi perpetrati dalle truppe dello Stato Pontificio contro una popolazione civile insorta nel nome della libertà nell’anniversario degli 80 anni dal ritiro dell’esercito tedesco occupante da Perugia i membri del Comitato Pietro Castellini in memoria e in continuità con le fiere tradizioni anticlericali, socialiste e federaliste del risorgimento perugino/italiano, anche quest’anno, sia pur in forma ridotta a causa dell’impegno dei suoi membri contro le attuali guerre ripropongono la giornata del XX giugno come FIERAMENTE ANTICLERICALI! – All’insegna del recupero e della difesa della memoria storica cittadina, contro il trasversale e dilagante revisionismo storico volto ad occultare, sminuire e ridimensionare la portata reale dei tragici eventi del Giugno 1859 col fine di devitalizzarne il significato, scagionarne mandanti ed esecutori e cancellarne la memoria delle vittime; – in difesa del libero pensiero e della libertà di coscienza, contro l’oscurantismo religioso; – a favore dell’autodeterminazione individuale e sociale, contro le sistematiche ingerenze di tutte le istituzioni religiose nella vita politica, culturale e morale della collettività; – in difesa dell’autodeterminazione sessuale e di genere, della libertà di vivere secondo le “proprie” convinzioni e scelte etiche, contro il fondamentalismo religioso che col suo intrinseco carattere dogmatico, discriminante e totalitario, predica e impone un’unica Realtà, un’unica Morale, un’unica Natura, un’unica Verità; – in difesa di un’esistenza vitale e terrena, per una sessualità libera, contro l’inganno di tutte le dottrine religiose che al fine di manipolare e sottomettere ogni passione umana, hanno fatto della morale della rinuncia, del sacrificio, dell’alienazione da sé l’unico modello da seguire; – contro un pensiero dominante che nei secoli ha fatto della sessualita’ una realtà di cui vergognarsi, da reprimere e da cancellare, arrivando al paradosso del concepimento senza peccato; per denunciare come da sempre le religioni, affermando la velleità di ogni orizzonte terreno di emancipazione, abbiano costituito il collante ideologico per giustificare logiche di sopraffazione e di sfruttamento e per mantenere la popolazione nell’ignoranza e nella miseria materiale; per rilanciare i valori dell’uguaglianza e della libertà, contro Papi, Mullah e Rabbini, che oggi come ieri nel nome del loro unico dio, non esistano a benedire nuove guerre di civiltà, a scomunicare i nuovi eretici e a perseguitare con rinnovati anatemi chi non si uniforma alla loro unica Morale. I fatti del XX giugno 1859 14 Giugno del 1859: dopo decenni di soprusi e assoggettamento allo Stato Pontificio il popolo perugino, sotto la guida di Francesco Guardabassi, insorge reclamando la liberazione dall’odiato potere papale e rivendicando la volontà di partecipare al processo di unificazione delle terre italiane. Il delegato pontificio, per riacquistare la sua libertà, cede il governo della città agli insorti e si forma così a Perugia un governo provvisorio. Il mancato sostegno dei piemontesi, che, per non irritare il loro alleato francese Napoleone III si guardano bene dell’intervenire e anzi, tramite Cavour impartiscono l’ordine ai capi del governo provvisorio di abbandonare Perugia e rifugiarsi nella vicina Toscana, e la pronta reazione del Papa che non si fa attendere, determinano la tragica conclusione delle giornate della rivolta. Il XX giugno un reggimento di duemila mercenari svizzeri rinforzato con elementi di artiglieria e guardia di Finanza entra in Perugia insorta attraverso Ponte S. Giovanni, Via Romana, fino al Frontone, dove i cittadini hanno innalzato delle barricate improvvisate. La difesa dei perugini è disperata, ma le forze mercenarie in poche ore sfondano lo sbarramento, entrano in città e danno il via al saccheggio e al massacro degli insorti. La battaglia più cruenta si svolge al Borgo Bello, quello che oggi in memoria di tali vicende è chiamato Borgo XX Giugno. La prima vittima delle repressione è il giovane Pietro Castellini. Il ventenne perugino cade assassinato sotto i colpi di moschetto delle guardie svizzere mentre tenta ” di liberarsi dalla furia degli assalitori”. E’ la prima vittima dell’ordine restauratore della Santa Sede, della brutalità poliziesca incarnata dalla gendarmeria pontificia, del comitato “rivoluzionario” che arriva a definirlo un demente e vittima infine della storiografia ufficiale che lo ha deliberatamente ignorato. La repressione sfociò in un massacro vero e proprio che ebbe risonanza internazionale. Se l’operazione militare si concluse con una vittoria sugli insorti allo stesso tempo confermò anche la natura tirannica dello Stato della Chiesa. Oggi A oltre un secolo e mezzo da quelle storiche giornate di ribellione, consapevoli che senza memoria del passato non c’è futuro possibile, abbiamo deciso di riscattare dalle ormai sterili e vuote cerimonie istituzionali il vivo ricordo di quegli uomini e quelle donne che con il prezzo della loro vita riconsegnarono alla città, anche se soltanto per pochi giorni, la libertà dalla tirannia pontificia. PER QUESTO memori di come quella di Perugia fu soltanto una delle infinite pagine di oppressione che la Chiesa Cattolica scrisse col sangue dei martiri, consapevoli della secolare continuità storica e ideologica che lega le Sante Crociate alle nuove guerre di civiltà, come dimostra l’appoggio della chiesa ortodossa russa alla guerra contro L’Ucraina, continuità che c’è anche con le inquisizioni e i roghi di un tempo alle nuove discriminazioni contro tutte le minoranze, contro le parole di “carità” e il falso umanitarismo ipocrita ed interclassista di Papa Bergoglio, preoccupato di non perdere l’occasione di un abbraccio tra la chiesa cristiana Cattolica e quella cristiano Ortodossa, e che dietro la sua apparente bonomia sta riproponendo la centralità della religione cattolica nella vita degli stati tramite l’appoggio a governi reazionari come quelli polacchi e ungherese, cerca di imporre un modello unico di famiglia che nella realtà mai è esistito e ripropone il nostro mondo, la natura, come strumento a disposizione dell’uomo riproposto come essere superiore fatto a immagine e somiglianza di un dio .Tutto questo mentre si attraversa una grave crisi ecologica che dovrebbe spingerci a riconsiderare il nostro ruolo nel pianeta. Per questo rilanciamo l’attualità e la stringente necessità di una rinnovata e critica e pratica anticlericale che sappia tornare ad essere uno strumento di riscatto ed emancipazione dall’oppressione religiosa per arrestare il nuovo MedioEvo che avanza. Non ci interessa fare una pura commemorazione storica, sbandierare un generico orgoglio perugino, né di evitare di dire contro chi si ribellarono gli insorti del XX giugno 1859 o di parlare solo della resistenza, del 1944, o del risorgimento come di un movimento compatto, teso solo a unire l’Italia. I fatti stessi di quel giorno dimostrano che il risorgimento fu diviso al suo interno e che la spaccatura passava tra i liberali filo sabaudi e la componente popolare,democratica repubblicana e socialista. Tra i due schieramenti ci fu una lotta cruenta e ci furono vinti e vincitori; quest’ ultimi furono i liberali filo sabaudi, i vinti furono i progressisti, i repubblicani, i democratici, i socialisti. Il fatto stesso che Cavour diede l’ordine ai membri del governo provvisorio perugino di rifugiarsi in Toscana, abbandonando la popolazione a se stessa dopo averla illusa con un miraggio di libertà, è la prova di quanto egli tenesse in conto le sorti della popolazione. Uno storico di altissimo rilievo, Gaetano Salvemini, definì la vittoria dei liberali filo sabaudi rispetto alla componente democratica repubblicana come “L’origine della reazione”, una reazione che a noi pare perduri ancora. Pertanto, sia pure in forma ridotta, anche questo XX giugno canteremo e brinderemo sotto quella che fu la casa di Pietro Castellini in via Ponte Vecchio a Ponte San Giovanni di Perugia alle 14,30, ora della sua morte e alle 16 Canteremo e brinderemo al Frontone, in memoria di tutti i caduti, per la libertà contro la guerra, perché come scrisse Luigi Bonazzi alla fine della sua monumentale opera sulla storia di Perugia scritta poco dopo l’unità d’Italia : “Ma noi crediamo che da qui a non molti anni la immensa calamità delle armate permanenti sarà sparita dal cruento suolo d’Europa. Noi non sappiamo guarirci da quelle utopie che si chiamano i congressi della pace, gli stati uniti d’Europa, il giurì delle nazioni…”. La lotta alla guerra e l’oscurantismo religioso sono motivi per brindare alla Memoria di Pietro Castellini, anonimo martire, Fulgido eroe, pessimo tiratore, incauto soggetto della città di Perugia e nello stesso tempo riproporre l’opera di Gaetano Salvemini “L’ origine della reazione”. Comitato Per la Memoria Storica E l’anticlericalismo