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ALESSANDRIA: Italia e Israele storia e attualità di una collaborazione
Ottobre 27 @ 16:00 - 20:00
Vista la situazione internazionale e il pericolo ogni giorno più incombente di un nuovo conflitto bellico di dimensioni globali, come Laboratorio Anarchico PerlaNera abbiamo pensato di fare una serie di incontri che hanno lo scopo di analizzare come si è giunti a questa situazione, quali sono stati gli aspetti di questa deriva e qual è in questo contesto il ruolo dello Stato italiano nello scacchiere mondiale, in questo senso è indubbiamente stata una tappa importante l’incontro fatto con Stefano Capello il 15 settembre dal titolo: “dall’ordine americano al grande caos, scenari di guerra globale”.
Gli studenti di tutta Italia hanno denunciato come la collaborazione tra le università italiane e quelle di Israele è indubbiamente una collaborazione con l’apparato militare Israeliano; ma c’è di più l’Italia sta seguendo questo modello d’istruzione anche nel proprio territorio nazionale, Israele, in questo contesto di pericolo costante di guerra globale diventa un prototipo sociale economico nell’evoluzione del sistema liberista.
Il 27 ottobre con Daniele Ratti, parleremo dello stato Israeliano, del suo modello di ricerca scientifica ed universitaria, del suo essere un modello di realizzazione di sinergia tra ricerca, apparato militare e il civile, un prototipo di una diversa struttura della società neoliberista.
Israele ha saputo dare una risposta ad una domanda fondamentale che da anni si pone il modello neo liberista: perché sforzarsi tanto per sostituire il privato al pubblico se si può organizzare e piegare il pubblico affinché faccia gli interessi del privato? Israele in questo fa da maestro: basti pensare che in questo stato, non è più il complesso militare-industriale a cercare campo fertile per le sue ricerche all’interno delle università ma sono le stesse accademie a modificare i propri programmi e progetti formativi per rendersi più “attraenti”, per far sì che sia il militare a sceglierli.
Ricostruire i rapporti tra Italia e Israele quindi non è solo tracciare un percorso politico tra due entità che, data la contiguità mediterranea, devono necessariamente confrontarsi, e che, seppur con pesi diversi, hanno intrapreso una strada comune di un rapporto sempre più stretto tra ricerca ed apparato industriale militare, ma anche di come l’università sia il secondo perno attorno al quale ruota questo sistema.
Solo oggi i riflettori mediatici, parlano in maniera quotidiana dello stato di Israele a seguito dello sterminio perpetuato ai danni del popolo palestinese e della sua innegabile recrudescenza bellicista che si manifesta anche con una volontà di autonomia che non si limita più a mantenersi servitore agli USA in quel territorio ma cerca anche di conquistarsi un ruolo proprio, approfittando anche di questo particolare momento storico: l’incertezza della futura politica internazionale USA, che si definirà solo dopo le elezioni; ed un evidente crisi politica negli stati europei.
Viene da chiedersi dove erano i mass media in tutti questi anni? Parlare di Israele solo in base alla sua attuale opera devastante in medio oriente e alle sue mire espansioniste, senza analizzarne le gerarchie e le strutture sociali di quel paese è vuota retorica, che rischia di sviare il problema e portarci in un logica tra nazioni o tra religioni che non ci riguarda e non tocca il nocciolo del problema.
Viene da chiedersi dove erano i mass media in tutti questi anni? Parlare di Israele solo in base alla sua attuale opera devastante in medio oriente e alle sue mire espansioniste, senza analizzarne le gerarchie e le strutture sociali di quel paese è vuota retorica, che rischia di sviare il problema e portarci in un logica tra nazioni o tra religioni che non ci riguarda e non tocca il nocciolo del problema.
Il 27 non entreremo nelle tematiche dell’attuale conflitto in medio oriente, approfondiremo questo tema in un’altra occasione, con altri incontri già in programma, ma analizzeremo l’organizzazione di questo stato per comprenderne le attuali conseguenze.
Come internazionalisti abbiamo due principi essenziali:
1) riteniamo un grave errore confondere gli abitanti di un luogo con i governanti di quei luoghi! 2)combattiamo tutti i patriottismi che sono la prima causa di ogni conflitto, perciò non saremo certo a farci paladini di uno stato a discapito di un altro, presente ma anche futuro! Fatte queste premesse sappiamo perfettamente chi sta sterminando un popolo, ma noi non siamo certo tra quelli che pensano che il problema si possa risolvere semplicemente destituendo Benjamin Netanyahu o cambiando i governanti di uno o più paesi.
Come abbiamo già detto a questo secondo incontro ne seguiranno altri, allo scopo di capire appieno la portata del problema, i pericoli e le eventuali soluzioni.
Il 27 però è un importante tappa per capire, mancare è perdere un occasione.
1) riteniamo un grave errore confondere gli abitanti di un luogo con i governanti di quei luoghi! 2)combattiamo tutti i patriottismi che sono la prima causa di ogni conflitto, perciò non saremo certo a farci paladini di uno stato a discapito di un altro, presente ma anche futuro! Fatte queste premesse sappiamo perfettamente chi sta sterminando un popolo, ma noi non siamo certo tra quelli che pensano che il problema si possa risolvere semplicemente destituendo Benjamin Netanyahu o cambiando i governanti di uno o più paesi.
Come abbiamo già detto a questo secondo incontro ne seguiranno altri, allo scopo di capire appieno la portata del problema, i pericoli e le eventuali soluzioni.
Il 27 però è un importante tappa per capire, mancare è perdere un occasione.