
IMOLA: presentazione del libro “Il popolo tiranno più non vuole” di Mauro De Agostini e Franco Schirone
Marzo 21 @ 20:00 - 23:30
presso CIDRA Centro Documentazione Resistenza Antifascista
Via Fratelli Bandiera 23 IMOLA
ARCHIVIO STORICO DELLA FEDERAZIONE ANARCHICA ITALIANA
ASSEMBLEA ANARCHICA IMOLESE
CENTRO STUDI SOCIALI ERRICO MALATESTA
Presentazione del libro di Mauro De Agostini e Franco Schirone edito da ZIC (zero in condotta) 2024
Il POPOLO TIRANNI PIU’ NON VUOLE
LEGGI ECCEZIONALI E DOMICILIO COATTO NELL’ITALIA DI FINE OTTOCENTO
INTERVIENE
MAURO DE AGOSTINI
Già docente di Storia nei licei, si occupa di storia del movimento anarchico e dei sindacati.
Attraverso la storia e una attenta analisi delle leggi eccezionali e del domicilio coatto nell’Italia di fine Ottocento , gli autori intendono offrire elementi di conoscenza storica, ma anche strumenti di critica del potere politico contemporaneo. Al di là delle caratteristiche specifiche della “torsione autoritaria” dell’Italia degli anni Novanta dell’Ottocento, quel che emerge è infatti la continuità di mezzi cosiddetti “eccezionali” utilizzati via via dallo Stato italiano nell’esercizio del governo. In altri termini, esso ricorre, in più ondate, a leggi emergenziali, frutto di una visione del diritto come “diritto penale del nemico”, che attaccano la cosiddetta legalità democratica: succede a fine Ottocento, con il fascismo, con la legge Reale del 1975, con la legge Cossiga del 1980, ancora con la legge 401 del 1989 che introduce i Daspo, con quella Turco- Napolitano del 1998 che istituisce i Centri di permanenza temporanea (oggi Centri di permanenza per il rimpatrio), quindi con la legge Pisanu del 2005, con il Pacchetto sicurezza Maroni del 2008, con il decreto Minniti-Orlando del 2017, con i due decreti Salvini del 2018 e 2019 (Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica) e infine, ultimo in ordine di tempo, con il DDL 1660 ora in discussione al Senato.
La legislazione d’emergenza si accumula, decennio dopo decennio, e gli spazi di libertà di espressione si restringono, fino a farci vivere in una gabbia, che si chiude intorno a noi, decreto dopo decreto, un giro di vite dopo l’altro.