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Errico Malatesta: “Mussolini al potere”

Errico Malatesta: “Mussolini al potere”
A cento anni dal colpo di stato fascista, compiuto con l’appoggio della monarchia e della Chiesa il 28 ottobre, riproduciamo questo articolo di Errico Malatesta, già apparso su questo settimanale nel primo numero uscito dopo il conferimento dell’incarico di primo ministro da parte di Vittorio Emanuele III a Benito Mussolini, il 25 novembre 1922. Come riferito in un altro articolo apparso sullo stesso numero “lunedì sera 30 ottobre – e cioè subito dopo l’occupazione fascista di Roma– i nostri locali di via Santa Croce furono invasi e devastati. Vennero danneggiate le macchine, rovesciati i caratteri, bruciati i rotoli di carta,... Leggi tutto

Festeggiare il nazifascismo in salsa alpina

Festeggiare il nazifascismo in salsa alpina
Nel 1941 alleata e subordinata al nazismo l’Italia fascista invade militarmente l’URSS, in Ucraina e Russia. Nella campagna italiana di Russia che insistette nelle Regioni dei fiumi Dnestr, Bug meridionale, Dnepr, Donec e Don, vennero mandati ad ammazzare e farsi ammazzare i seguenti effettivi: CSIR con circa 65.000 uomini e l’8ª Armata con circa 230.000 uomini. Da questa campagna di aggressione ci furono per il CSIR 1.792 morti e dispersi, 7.858 feriti e congelati, mentre per l’8ª Armata 75.000 morti e dispersi, 32.000 feriti e congelati. Al di là delle narrazioni a volte eroiche, spesso disperate, di nonni, zii ed... Leggi tutto

Novembre 1921. Alle origini dell’antifascismo romano

Novembre 1921. Alle origini dell’antifascismo romano
Il ventennio mussoliniano ha impresso un’impronta tangibile sulla città di Roma, sia sul piano urbanistico che su quello culturale-simbolico. Il regime fece della capitale il proprio palcoscenico appellandosi di continuo ad una grottesca celebrazione dell’antica Roma. Essa costituiva il mito fondatore per eccellenza, il modello di forza, disciplina e grandezza a cui l’Italia avrebbe dovuto ispirarsi. Ancora oggi gli epigoni di Mussolini utilizzano caratteri, immagini e simboli legate alla romanità. Fino a qui, nulla di inedito. Potrà forse sorprendere, invece, sapere che Roma, oltre a costituire un’ossessione ed un modello, rappresentò per il primo fascismo un territorio sconosciuto ed ostile.... Leggi tutto

"Il Fascio spezzato, Gli Arditi del popolo nella «ribelle irriducibile Civitavecchia», 19 maggio 1921 – 28 ottobre 1922" di E.Ciancarini

"Il Fascio spezzato, Gli Arditi del popolo nella «ribelle irriducibile Civitavecchia», 19 maggio 1921 – 28 ottobre 1922" di E.Ciancarini
Tra i simboli degli ardito-popolari giunti fino a noi, oltre a quelli ereditati dall’arditismo di trincea: il teschio, da solo, ora attorniato dall’alloro, ora con un pugnale di baionetta tra i denti, c’è quello in cui un’ascia spezza nel mezzo un Fascio littorio. È un logo che giunge a noi grazie alle cronache di parte avversa, come tante altre informazioni e documenti: si pensi alle carte della polizia e degli altri organismi di repressione, durante il Ventennio così come in precedenza, che ci restituiscono azioni, scenari e personalità di cui magari si sarebbe altrimenti persa memoria, rendendo loro un involontario... Leggi tutto