Tra incudine e martello. Essere Lgbt+ in contesto di guerra.
In uno stato d’eccezione come quello bellico nessuno può sentirsi al sicuro, questo è indubbio. Per coloro che già in situazioni non emergenziali vivono una condizione socialmente svantaggiosa, però, la guerra è motivo di ulteriore oppressione: la comunità LGBT+ ucraina è un esempio calzante. Stando alle informazioni raccolte e rese note dall’ILGA-Europe, sono molte le persone queer che non riescono ad abbandonare il paese a causa di difficoltà finanziare o logistiche dovute all’omobitransfobia dilagante nel Paese. Quando la solidarietà è rivolta solo o per lo più a chi viene riconosciuto come simile-a-me, all’Altro spetta un posto solo quando tutti gli...
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