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Novembre 1921. Alle origini dell’antifascismo romano

Novembre 1921. Alle origini dell’antifascismo romano
Il ventennio mussoliniano ha impresso un’impronta tangibile sulla città di Roma, sia sul piano urbanistico che su quello culturale-simbolico. Il regime fece della capitale il proprio palcoscenico appellandosi di continuo ad una grottesca celebrazione dell’antica Roma. Essa costituiva il mito fondatore per eccellenza, il modello di forza, disciplina e grandezza a cui l’Italia avrebbe dovuto ispirarsi. Ancora oggi gli epigoni di Mussolini utilizzano caratteri, immagini e simboli legate alla romanità. Fino a qui, nulla di inedito. Potrà forse sorprendere, invece, sapere che Roma, oltre a costituire un’ossessione ed un modello, rappresentò per il primo fascismo un territorio sconosciuto ed ostile.... Leggi tutto

Note bandite

Note bandite
Con l’avvicinarsi del 25 aprile, ripercorreremo l’evoluzione dell’antifascismo italiano seguendo la cronologia degli eventi principali che portarono alla Liberazione. In questo caso con tre canzoni raccontiamo la storia delle prime opposizioni popolari al fascismo, realizzate in Italia ad opera degli Arditi del Popolo. 1 LEONCARLO SETTIMELLI – SIAM DEL POPOLO GLI ARDITI 2 ATARASSIA GRÖP – L’OLTRETORRENTE 3 EMILY COLLETTIVO MUSICALE – IL COMANDANTE PICELLI 1 LEONCARLO SETTIMELLI – SIAM DEL POPOLO GLI ARDITI Leoncarlo Settimelli scrisse questa canzone per lo spettacolo “1921: Arditi del Popolo”. Per scriverla si ispirò a due strofe “Rintuzziamo la violenza / del fascismo mercenario /... Leggi tutto

"Il Fascio spezzato, Gli Arditi del popolo nella «ribelle irriducibile Civitavecchia», 19 maggio 1921 – 28 ottobre 1922" di E.Ciancarini

"Il Fascio spezzato, Gli Arditi del popolo nella «ribelle irriducibile Civitavecchia», 19 maggio 1921 – 28 ottobre 1922" di E.Ciancarini
Tra i simboli degli ardito-popolari giunti fino a noi, oltre a quelli ereditati dall’arditismo di trincea: il teschio, da solo, ora attorniato dall’alloro, ora con un pugnale di baionetta tra i denti, c’è quello in cui un’ascia spezza nel mezzo un Fascio littorio. È un logo che giunge a noi grazie alle cronache di parte avversa, come tante altre informazioni e documenti: si pensi alle carte della polizia e degli altri organismi di repressione, durante il Ventennio così come in precedenza, che ci restituiscono azioni, scenari e personalità di cui magari si sarebbe altrimenti persa memoria, rendendo loro un involontario... Leggi tutto